(ANSA) – PERUGIA, 28 FEB – L’Aula di Palazzo Cesaroni, con 12 voti favorevoli della maggioranza e sette astenuti della minoranza ha dato il via libera al Disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale concernente la “Disciplina dell’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche in Umbria e determinazione del canone” che ha recepito alcuni emendamenti in Commissione di iniziativa bipartisan.
Accolto un emendamento a firma Daniele Carissimi e Stefano Pastorelli (Lega) circa la disciplina dell’assegnazione delle concessioni che attualmente prevede tre modi diversi: a operatori economici individuati attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica; a società a capitale misto pubblico privato nelle quali il socio privato viene scelto attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica; mediante forme di partenariato pubblico-privato.
Con l’approvazione dell’emendamento, la Regione procederà ad una previa valutazione comparatistica per poter procedere alla scelta della migliore opzione da motivare.
Respinti due emendamenti presentati dai consiglieri di minoranza (primo firmatario Thomas De Luca) che, rispettivamente chiedevano: l’incremento dal 2 al 3 percento della percentuale di risorse derivanti dal versamento della componente fissa dei canoni da destinare al finanziamento della predisposizione e alle attività del piano di tutela delle acque; Possibilità di prevedere una percentuale superiore al 35 per cento per le risorse da trasferire annualmente ai Comuni, territorialmente interessati dagli impianti.
Approvato con voto unanime un ordine del giorno a firma del gruppo Lega (primo firmatario Daniele Carissimi) che impegna la Giunta a “procedere allo studio di fattibilità per la costituzione di una società mista pubblico-privata, alla quale concedere in affidamento le grandi derivazioni idroelettriche umbre in moda tale che la neo costituita società sia deputata a gestire la produzione, trasmissione, trasformazione, distribuzione e vendita di energia elettrica degli impianti ed utile a valorizzare le specificità territoriali, tecniche ed economiche e assicurare il riconoscimento dei benefici da esse derivanti ai cittadini umbri”. La Giunta – è detto in una nota della Regione – viene poi impegnata anche, “prima dell’indizione delle procedure di assegnazione delle concessioni scadute, a valutare e motivare l’eventuale accorpamento di più concessioni presenti, insistenti nello stesso bacino idrografico e preferire la gestione unitaria allorquando risulti opportuna sotto il profilo economico-produttivo o tecnico gestionale o in relazione ad altri interessi pubblici”.
Respinti invece due ordini del giorno dei consiglieri di minoranza (primo firmatario Thomas De Luca). Il primo mirava ad impegnare la Giunta ad “attivarsi, fin da subito, per la costituzione di una società mista pubblico-privato a cui affidare la gestione di grandi derivazioni a scopo idroelettrico relativamente alle concessioni già scadute, nell’ottica di arrivare al 2029 alla gestione in modalità pubblico privata dell’intero comparto”. L’altra proposta respinta impegnava la Giunta, “nel caso positivo del contenzioso in essere con le società concessionarie e qualora la corrispondente quota del ‘Fondo rischi di soccombenza canoni concessioni idroelettriche’ sia liberata dal vincolo di accantonamento, di destinare parimenti a quanto previsto nel Ddl in questione, una quota non inferiore al 50 per cento ai Comuni cui afferiscono le attività degli impianti in proporzione alla popolazione residente”.
“Con l’entrata in vigore del disegno di legge – ha spiegato il relatore di maggioranza, Valerio Mancini (Lega-presidente della commissione) – la componente fissa sale dagli attuali 32,63 euro per kW a 42 euro per kW e, considerando che i kW di potenza delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche in Umbria sono oltre 251.500 kW, questo darà luogo ad un ammontare degli introiti superiore a 10 milioni di euro, con un aumento di circa 2,3 milioni di euro rispetto alla situazione attuale. Per la parte variabile del canone, invece, la Regione applicherà la percentuale del 2,5% del valore dei ricavi calcolati sulla produzione annua a consuntivo delle centrali e il prezzo di mercato dell’energia: si può stimare una ulteriore entrata di circa 1 milione di euro, che oggi non viene introitato. Inoltre, nel quadro del disegno di legge è stato inserito, come consentito dalla norma statale, l’obbligo per i concessionari di fornire annualmente e gratuitamente 220 kWh per ogni kW di potenza nominale media di concessione, nonché la possibilità di monetizzare il valore dell’energia: una somma rilevante, che si può calcolare attorno a circa 2,7 milioni di euro annui e che verrà destinata a interventi di sostenibilità ambientale”
(ANSA).