Chi non ha mai assaggiato un cioccolatino Perugina, o più in particolare, un bacio? Sappiate che dietro a una minuscola nocciola ricoperta di cioccolato è celata una storia fatta di amore, segreti e incomprensioni, un tunnel di vicende che possiamo solo immaginare. Innanzitutto il famoso Bacio era stato battezzato “Cazzotto”, e questo ci lascia soloimmaginare il carattere determinato e risoluto del suo creatore, anzi, creatrice. Ebbene sì, una donna fondò una così enorme impresa, una donna inventò i Baci Perugina. Luisa Spagnoli, figlia di un pescivendolo, poco più che ventunenne sposa Annibale Spagnoli,
musicista, e rileva una piccola bottega di confetti da Leandro Corelli. Ma la decisione non fu unanime: infatti la sicurezza della Spagnoli sul successo dell’impresa superò di gran lunga l’esitazione del marito. Successivamente, assieme a Francesco Buitoni, venne fondata la vera e propria Azienda Perugina. Con l’avvento della Prima Guerra Mondiale, a gestire la fabbrica rimase solo la Spagnoli con i suoi figli. Durante questo periodo l’attività si espanse, aumentarono i dipendenti e si iniziò a produrre anche cioccolato. Era il 1922.
Nel 1923 Annibale lascia il consiglio di amministrazione lasciando il posto alla moglie e al giovane figlio dei Buitoni, Giovanni. Inizia una romantica storia d’amore in azienda, inizialmente segreta, tra Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni. Una relazione con 14 anni di differenza, complicata anche dai problemi dell’azienda. Contemporaneamente la signora Spagnoli, in maniera del tutto casuale, con l’intenzione di
riciclare la granella di nocciola ed altri scarti avanzati, creò una nuova delizia: un cioccolatino composto da gianduja, granelle di nocciola e nocciola intera, il tutto avvolto da uno spesso strato di cioccolato fondente. La forma che ne uscì, tozza ed irregolare, assomigliava ad una mano e la nocciola che sporgeva assomigliava alla nocca di un pugno chiuso. Luisa chiamò questa sua creazione “Cazzotto“. Fu l’amante Giovanni a mettere in discussione il nome scelto dalla sua signora: come avrebbe potuto un cliente chiedere: “Mi potrebbe dare un cazzotto?”. Di certo non era un nome adeguato. Secondo Giovanni era molto meglio entrare in una bottega e chiedere un Bacio magari ad una graziosa rivenditrice. Tutto
suonava decisamente meglio e si creava una poesia attorno a questo nome un po’ malizioso.
E, poco dopo, spuntò l’idea geniale di inserire all’interno di ciascun cioccolatino dei bigliettini contenenti delle frasi d’amore.
Lo splendore finale di questo prodotto esclusivo arrivò nel 1924: Federico Seneca, direttore artistico di Perugina, conferì un’immagine al Bacio: scelse un incarto color argento e le scritte blu e per la confezione prese ispirazione dal celebre quadro de “Il Bacio” di Francesco Hayez, nel quale sono raffigurati due amanti che si baciano (lascio a voi immaginare perché scelse proprio questo dipinto).
Le cifre parlano chiaramente del successo di questo mitico cioccolatino: pensate che in un anno vengono prodotti oltre 300 milioni di baci. Ora ci resta solo da aspettare e vedere quali saranno, a livello di comunicazione e packaging, i prossimi passi che muoverà la Perugina, al cui vertice ora c’è la nipote di Luisa, Nicoletta Spagnoli.
Ciò che è certo, è che la poesia del Bacio Perugina non svanirà mai, anche se verrà “rimodernizzata” o “attualizzata”. La magia intramontabile di un cioccolatino, anzi, di quel cioccolatino, si tratterrà in noi ancora per un bel po’…parecchio…