Un esame andato male, aspettative con cui combattere e paranoie con cui convivere. Questi sono i principali aspetti che stanno rendendo la vita degli studenti universitari italiani sempre più complicata. Molti lo chiamano stress, mentre per gli psicologi si tratterebbe di Bornout universitario, una forma di stress causata da un carico di lavoro eccessivo e da cui ne scaturirebbe un disagio psichico. A farne i conti sarebbero principalmente i ragazzi, la cui vita viene sempre messa in competizione all’interno di diversi settori, da quello lavorativo fino a quello accademico. Esaurimento emotivo, depersonalizzazione e la mancanza di uno scopo professionale sono i principali sintomi di un fenomeno che sta lasciando gli studenti sempre più soli ed immersi nelle loro preoccupazioni. Secondo Il report di WeWorld, il sistema scolastico italiano sarebbe uno dei più stressanti al mondo, in cui più di uno studente su due dichiara di sentirsi nervoso mentre studia, rispetto a una media Ocse del 37%. In aggiunta, sono anche tra quelli che dedicano più tempo allo studio, con una media di 50 ore a settimana. A rendere la situazione più drammatica è l’allarme lanciato dall’alto tasso di studenti universitari che compiono gesti estremi. Dopo il caso della studentessa suicida nei bagni della Bocconi, un’altra giovane studentessa si sarebbe tolta la vita dopo aver comunicato ai propri familiari la sua imminente discussione della tesi quando in realtà non aveva ancora finito di sostenere gli esami del piano di studi. Malesseri, fallimenti e disagi sono gli aspetti che più caratterizzano gli studenti, i cui umori si scontrano in ambienti sempre più competitivi