Prosegue l’anno accademico dell’Università delle Tre Età di Todi, la cui attività è ripartita nei mesi scorsi sotto la guida del professor Sergio Guarente. Dopo l’uscita didattica presso la Galleria Nazionale dell’Umbria per visitare la mostra “Il meglio maestro d’Italia. Perugino e il suo tempo”, svoltasi lunedì 24 aprile, la settimana riserva un secondo appuntamento previsto per giovedì 27 aprile, alle ore 15:30, presso la Sala Vetrata dei Palazzi Comunali di Todi. Verrà presentato il libro “I Conti di Montemarte. Vicende e orientamenti di un lignaggio orvietano dalle origini alla fine del XIV secolo”, alla presenza dell’autore Sandro Tiberini.
Il castello di Montemarte è uno dei luoghi più ricchi di storia del Comune di Todi. I suoi ruderi sono ancora lì, appena sopra la frazione di Casemasce, a testimoniare uno degli episodi più complessi della storia della città. La vita dell’antico comune di Todi si intreccia infatti con quella dei conti di Montemarte, una antica famiglia di stirpe feudale che aveva costituito un dominio territoriale marcatamente signorile in una vasta zona posta tra Orvieto e Todi che si andava ad incuneare pericolosamente entro i confini comunali della città di Marte. Tutto questo provocò una reazione immediata da parte del comune di Todi che, dopo un lungo lavorio e attraverso una serie di azioni politiche, diplomatiche e militari, riuscì ad arginare la compromettente presenza della famiglia dei conti di Montemarte.
Sandro Tiberini, attraverso il suo libro, ripercorre queste fasi delicate ed estremamente articolate, rimettendo insieme in modo chiaro i pezzi di un puzzle documentario e nel contempo delinea il profilo storico biografico dei personaggi più illustri di una dinastia che a ragione può annoverarsi tra la più illustri della regione.
Soddisfazione da parte dell’assessore comunale alla cultura Alessia Marta: “La continuità e la qualità degli appuntamenti promossi dalla rinata Unitre è la conferma dell’importante ruolo che questa istituzione culturale può esercitare a favore della collettività tuderte”.