Si rinnova, per il quarto anno consecutivo, l’appuntamento con la Settimana delle Residenze Digitali, progettualità artistiche sperimentali, che trovano nello spazio digitale il loro habitat ideale.
La settimana si svolgerà dal 22 al 26 novembre e prevede le restituzioni dei progetti selezionati attraverso la quarta edizione del bando delle residenze digitali, un progetto ideato e promosso dal Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, a cui si aggiungono quest’anno altre due realtà: C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche (La Mama Umbria Umbria International – Gestioni Cinematografiche e Teatrali/ZUT – Centro Teatrale Umbro – Micro Teatro Terra Marique – Indisciplinarte) e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.
I progetti selezionati sulle 54 proposte artistiche pervenute sono: Il Teatropostaggio da un Milione di Dollari di MALTE & Collettivo ØNAR, Ai Love, Ghosts and Uncanny Valleys <3 di Mara Oscar Cassiani, Citizens di Simone Verduci, con la consulenza per il concept coreografico e la regia di Ariella Vidach, Humanverse di Martin Romeo. Per sette mesi gli artisti hanno lavorato ai progetti seguiti, attraverso incontri regolari, dai partner della rete, che hanno fornito loro supporto economico, tecnico, tutoraggio artistico, spazio fisico per shooting video e foto e da tre tutor – Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti – studiose del mondo web e digitale.
Un progetto innovativo, che ha suscitato un grande interesse anche da parte delle giovani generazioni. Sono state organizzate, per la prima volta, alcune repliche dedicate alle scuole, che vedranno il coinvolgimento di 325 ragazzi e ragazze prenotati per visionare le performances. Una breve sintesi dei progetti sarà presentata giovedì 30 novembre a Sansepolcro (Ar), in occasione dell’incontro nazionale delle residenze artistiche italiane.
Sono riservate alle scuole la replica di mercoledì 22 dalle 11 alle 13, aperte a tutti quelle di giovedì 23, venerdì 24, sabato 25, domenica 26 dalle 16, 30 alle 18, di CITIZENS di SIMONE VERDUCI / ARIELLA VIDACH, progetto di arte performativa e partecipativa immaginato per lo spazio virtuale che ripercorre la definizione di eterotopia enunciata dal filosofo Michele Foucault, usata per indicare quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano. Il corpo dello spettatore è il motore di questo attraversamento. Conversazioni in corso, corpi danzanti, la preghiera in una chiesa, la confusione di un mercato affollato, sono solo alcune delle situazioni che gli utenti possono incontrare durante il loro percorso, oltre alla possibilità di interagire tra loro. Le situazioni agite da rappresentazioni virtuali sono le controparti umane. La scelta del percorso influenzerà direttamente l’evolversi degli eventi, la trama e il modo in cui lo spettatore si relazionerà all’esperienza. Le musiche sono di Franco Conte.
Simone Verduci è creative technologist e new media artist. La sua ricerca è incentrata sullo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie per l’arte e il design, con uno sguardo sempre attento al contemporaneo e alla multidisciplinarietà. Ariella Vidach si forma a New York negli anni Ottanta, dove ha modo di approfondire il lavoro con i protagonisti della danza postmoderna americana. Torna a Milano nel 1990 e nel 1996 fonda la Compagnia di danza Ariella Vidach – AiEP, con la quale produce performance multimediali che affiancano alla ricerca coreografica l’interesse per il rapporto tra corpo e tecnologia. Nel 2017 AiEP riceve il “Premio Speciale” nei Premi della danza svizzera per la ricerca e l’innovazione del linguaggio.
Giovedì 23 e venerdì 24 è il momento di AI LOVE, GHOSTS AND UNCANNY VALLEYS <3di MARA OSCAR CASSIANI. Il lavoro può essere fruito in versione online giovedì 23 dalle 11 alle 12.30 e in versione ibrida, online e in presenza alla Lavanderia a Vapore di Collegno (To), venerdì 24/11 dalle 11 alle 12.30 – in presenza replica riservata alle scuole- e dalle 19 alle 20 – durata fra i 10 e i 30 minuti).
Possiamo innamorarci di una Ai (intelligenza artificiale) e poi decidere di lasciarla? Amici virtuali, avatar che posseggono profili Instagram e ci danno consigli, Ai che diventano i partner nella vita affettiva. In molti modi, sembra la relazione perfetta, perché si potrebbe sempre fare affidamento sul compagno di intelligenza artificiale, sempre disponibile a fornire compagnia e comprensione. Mentre aumentano le relazioni reali sparite in preda al ghosting (la scomparsa di qualcuno senza spiegazioni), le relazioni con le Ai crescono. I corpi, che sembrano spesso semi coscienti con un dispositivo in mano, vivono una seconda vita emotiva e reale sulle piattaforme social e Ai. Le Ai colmano i vuoti degli umani che infondono in loro quello che Gilbert Ryle nel 1949 chiamava il Ghost, l’anima nella macchina. Eppure, questo meccanismo di estrema umanizzazione diventa aberrante: quanto più la Ai assomiglia all’umano, tanto più gli utenti sono sconvolti (effetto Uncanny Valley). Il processo di ricerca oscilla tra storytelling di YouTube e momenti di realtà aumentata e si è sviluppato anche nel corso di due residenze: la prima in Lavanderia a Vapore, che ha permesso all’artista di interrogarsi su questi temi incontrando studenti e studentesse del Liceo Curie di Collegno e dell’Università DAMS di Torino, e la seconda presso C.U.R.A. centro umbro residenze artistiche. L’obiettivo è narrare ma anche dare una dimostrazione performativa della coesistenza di un rapporto tra Ai, in forma di avatar virtuali e utenti, e l’impatto sulla presenza corpo e sul nostro comportamento dell’uso dei device come tramite comunicativo. Mara Oscar Cassiani condividerà, inoltre, il processo di ricerca, la sua poetica artistica e l’esperienza di Residenze Digitali, durante la sua permanenza a Torino, il 26 novembre in occasione di onLive Campus, progetto promosso da Piemonte dal Vivo, quest’anno nell’ambito della sesta edizione del TFI Torino Film Industry al Circolo dei lettori. onLive Campus è un contesto in cui dare visibilità alle nuove estetiche e all’impatto delle residenze dedicate alle arti digitali in dialogo con la rete, come conferma la presenza nella stessa giornata di Kamilia Kard, tra i vincitori della precedente edizione di Residenze Digitali, e di MALTE & Collettivo ØNAR, altro progetto selezionato dal bando, sempre il 26 novembre a Torino per Memissima.
Mara Oscar Cassiani è un’artista wifi-based che lavora nel campo della performance, della coreografia, dei linguaggi digitali, del ritual clubbing, esplorati attraverso pratiche performative live, sia offline che online. La sua ricerca è incentrata sulla creazione di un’iconografia contemporanea, in cui le nuove grammatiche e i rituali sono mutuati dal mondo di internet, dalle sottoculture, dagli avatar e dall’immaginario del brutal capitalismo. Il rapporto che intrattiene con il pubblico, in una dimensione allargata – sia live che mediata – viene esplorato, attraverso questi immaginari visivi, in allestimenti performati in luoghi open space o in spazi virtuali open source. La performance risultante diventa un flusso di immagini, un continuo scroll-down tra estratti di cultura avatar, folklore rituale, folklore digitale e di riappropriazione nei confronti del linguaggio capitalista. L’artista ci restituisce così un’istantanea globale, un “fast food visivo” tra kitsch, cruda ritualità e apocalisse.
Giovedì 23, dalle ore 18 alle ore 20 dal vivo presso Zona K e per un gruppo di 100 iscritti su Telegram, (replica domenica 26 dalle 18,30 alle 20 live da Off Topic di Torino per Memissima e fruibile da un gruppo Telegram di 100 iscritti) TEATROPOSTAGGIO di GIACOMO LILLIÙ. Lo shitposting è la condivisione in una chat o sui social di contenuti volutamente scadenti o fuori contesto, con l’obiettivo di far esplodere qualsiasi possibilità di comunicazione univoca. Strumento principale di questa operazione sono i meme, dunque assemblaggi di immagini, video e testi: una dialettica tra scritto e icona assimilabile a quella tra parola e palco. Ma cosa succede se si utilizza lo shitposting per “schiantare” i paradigmi drammaturgici? Giacomo Lilliù (ideazione e curatela performativa) e Pier Lorenzo Pisano (curatela drammaturgica) hanno selezionato 5 tra i più interessanti creatori di contenuti memetici, e li hanno invitati a creare nuovo materiale insieme a 4 attori professionisti. Per la Settimana delle Residenze Digitali, il percorso di ricerca trova attuazione sull’applicazione di chat Telegram, con una performance in bilico tra dadaismo, oscenità e nichilismo semantico. Gli attori saranno chiamati a condividere piccoli atti situazionisti in foto e video, che fungeranno da base per l’operazione di risignificazione dei memer, che a loro volta ispireranno nuove situazioni agli stessi performer, in un processo di feedback in cui è impossibile arrivare al termine di un qualsiasi pensiero. D’altronde, se lo shitposting serve a far saltare le fila del discorso, nessun discorso può dirsi immune da questa tentazione a deragliare.
Giacomo Lilliù (1992) è regista e attore. Formatosi alla Scuola del Teatro Stabile delle Marche e successivamente alla LAMDA di Londra, dirige e collabora a progetti in Italia, Polonia, Regno Unito. Come attore recita per Marco Baliani, la compagnia belga Ontroerend Goed, Romeo Castellucci. Dal 2014 collabora con la compagnia MALTE, diretta da Sonia Antinori, con la quale dirige e interpreta progetti come Teoria della classe disagiata, adattamento ufficiale dell’omonimo saggio di culto. Nel 2015 crea Collettivo ØNAR, gruppo informale attraverso cui si dedica alla creazione multidisciplinare e intraprende un percorso di ibridazione fra teatrale e digitale, realizzando opere come WOE/Wastage of Events (vincitore Residenze Digitali 2021). Nel 2022 il network Fondo, istituito da Santarcangelo Festival assieme ad altri 13 enti, gli riconosce una fellowship per la sua personale ricerca artistica.
Conclude la programmazione, venerdì 24 a Vicenza, dalle 20 alle 22,30 in 5 turni da 4 persone per volta, durata 30 minuti, HUMANVERSE di MARTIN ROMEO. Una ricerca sul post-umano che considera tutti gli attori presenti come parte di un ecosistema: elementi fisici, non fisici, digitali, virtuali e phigital. Il metaverso è parte di questo nuovo ecosistema-mondo con il quale dobbiamo interfacciarci in vista della nascita di una nuova “civiltà”. Humanverse ci porta a riflettere sulla questione antropologica del corpo, in una realtà in cui vengono contrapposti mondi fatti di nuove alleanze tra specie diverse e abitati da esseri permeabili, ibridi e molteplici, come le creature fantastiche inventate da Carrington. Che farcene della nostra materia quando tutto è sempre più immersivo? In un mondo sempre più propenso all’immersività, quali priorità si vuole stabilire? Lo sviluppo di queste tematiche darà vita a elaborati audiovisivi generati con piattaforme AI (MidJourney, OpenAI, ChatGPT) che saranno presentati al fine di instaurare dialoghi e scambi. Lo spettatore potrà accedere a questo ambiente sia da computer che da smartphone tramite un avatar, avrà modo di interagire fisicamente grazie all’impiego di visori Quest 2 messi a disposizione durante le restituzioni pubbliche. Potrà partecipare all’esperienza in tempo reale, vivere all’interno di questo ecosistema e farlo evolvere.
Martin Romeo è un artista multimediale Italiano cresciuto in Argentina, la cui ricerca è rivolta all’arte interattiva, spaziando tra videoinstallazioni e performance di danza. Partecipa a numerosi festival internazionali, tra cui File – Electronic Language International Festival in Brasile e all’ International Sarajevo Winter Festival in Bosnia-Erzegovina. I suoi lavori sono stati esposti al Minsheng Art Museum in Cina, all’ IMRC Center in US, e a varie biennali, tra cui la 54° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e la 15° BJCEM in Grecia. Ha creato diversi progetti culturali ed è direttore artistico del Toolkit Festival di Venezia e Screening Festival di Trieste. Insegna all’Università ISIA e all’ Accademia di Belle Arti di Urbino.