“Il dio denaro permette l’impossibile / Il dio denaro può anche far comprar l’amore / Il dio denaro consente la mia istruzione / Il dio denaro distrugge tutti gli altri dei / Il dio denaro è un dio speciale / Fatto di carta e presunto potere” cantavano i Bluvertigo nel brano “Il Dio Denaro”. Fin dall’antichità il denaro ha avuto un importante ruolo nella società: esso, pur essendo un mezzo di sostentamento, veniva visto sia come fonte di corruzione sia come il più grande ostacolo verso l’avanzamento spirituale.
Oggigiorno, il capitalismo ha valorizzato il capitale economico (soldi) a discapito del capitale umano. Il capitale economico si può accumulare senza limiti e allo stesso tempo si attesta come minimo comune denominatore fra gli uomini, nella sua capacità di mediare. Tutto ciò ha portato all’affermazione dell’individualismo e ha decretato la fine delle grandi narrazioni. Quest’ultime sono cornici teoriche, cioè dei tentativi che gli esseri umani hanno compiuto per poter descrivere la realtà e dargli una spiegazione razionale. In poche parole, è il tentativo di restituire la complessità di una determinata epoca. Le grandi narrazioni sono: marxismo, positivismo, idealismo, cristianesimo etc… e sono caratterizzate dall’ottimismo verso il futuro e dall’idea che esista per la società uno scopo a cui tendere.
Con il venir meno dei sistemi suddetti, la società si è frantumata sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista identitario. Non esiste più un sistema valoriale. L’uomo vive in un mondo in cui la globalizzazione la fa da padrona, gli stati hanno pareti sottili attraversate dal flusso del capitale, i confini si sono fluidificati in nome di una malsana vicinanza “obbligata”. La vicinanza “obbligata” causata dal denaro provoca negli esseri umani la reazione dell’individualismo, non esistono più dei collanti in grado di unire le persone, c’è una scissione tra l’IO e il NOI, dove quest’ultimo perde del tutto importanza. Le grandi narrazioni sono state sostituite da delle micro-narrazioni che l’individuo crea per poter disegnare un fine (solitamente è la realizzazione di denaro) a cui tendere. Le micro-narrazioni sono bolle in continuo movimento che si scontrano tra loro ma che al contempo formano le suddette pareti sottili. Le grandi narrazioni, pur essendo delle vere e proprie gabbie teoriche utilizzate per fornire una spiegazione al mondo reale, restituivano un sistema valoriale sul quale l’uomo poteva orientare il suo τέλος. Oggi ci siamo liberati di quest’ultime ad un costo altissimo: la perdita di un insieme di credenze dove il detto toscano “Senza lilleri ‘un si lallera” (…) si afferma come un nuovo mantra.
La mia breve panoramica è giunta al termine, spero che sia stata in grado di piantare il seme del dubbio in voi, con l’augurio di creare un rigoglioso giardino della discussione.