ANSA- Nella tragedia di Rogopiano “c’erano fatti che gridavano vendetta, come il non avere agito, nonostante le segnalazioni giunte tre giorni prima, ed anzi avere finto di avere fatto il proprio dovere, cercando poi di nascondere le proprie responsabilità”: a dirlo è l’avvocato Giovanni Ranalli che rappresenta i familiari di una delle vittime, Alessandro Riccetti, trentatreenne di Terni che lavorava nell’hotel di Farindola come receptionist.
Lo ha detto parlando con l’ANSA.
Al termine del processo d’appello la Corte di L’Aquila ha deciso per otto condanne e 22 assoluzioni.
Riferendosi alla sentenza, l’avvocato Ranalli ha parlato di “una bella giornata”. “Perché – ha affermato – non solo c’è la conferma delle condanne inflitte in primo grado, ma anche ulteriori, fra cui quelle dell’allora prefetto di Pescara Provolo e dell’ex capo di gabinetto della prefettura Bianco, anche per la mancata apertura della ‘cabina di regia’ necessaria per procedere alle operazioni di soccorso”.