ANSA- Condannato in appello, a Perugia, dopo l’assoluzione in primo grado un pubblico ufficiale in servizio all’epoca dei fatti alla sezione di polizia giudiziaria della procura della Repubblica di Terni, riconosciuto responsabile dell’accesso abusivo nel sistema informatico Sicp, che serve a gestire i dati relativi a procedimenti penali iscritti nel registro delle notizie di reato e coperti dal segreto istruttorio.
La vicenda risale al 2016 ed è legata a un post pubblicato su Facebook dall’imputato che riportava notizie riservate riguardanti un altro appartenente alla polizia di Stato, un superiore dell’imputato.
Il pubblico ufficiale è stato condannato a di sei mesi di reclusione (pena sospesa), oltre al pagamento delle spese processuali nonché al risarcimento dei danni.
La sentenza emessa nel 2021 dal Tribunale di Terni aveva invece assolto l’imputato, come si legge in un comunicato del procuratore generale di Perugia Sergio Sottani.
Dalle indagini è emerso che il pubblico ufficiale, per motivi di risentimento nei confronti della parte civile – si legge sempre nella nota del pg -, senza alcuna autorizzazione, approfittando della sua posizione e utilizzando le proprie credenziali, aveva fatto accesso al Sistema informativo della cognizione penale, protetto da misure di sicurezza, per carpire dati e informazioni contenuti nel riguardanti un particolare procedimento penale.
Dai controlli sono risultati una quindicina di accessi in quattro diverse giornate nell’arco di una dozzina di giorni.