ANSA- “Visitando i malati, entrando nelle case, trovo tante romene al fianco delle nostre famiglie.
Gli italiani sanno che nel momento in cui voi smetteste di lavorare, le nostre famiglie si troverebbero in serie difficoltà.
Mi auguro e auguro a voi che possiate trovare sempre accoglienza e dignità e, quando queste non ci fossero, possiate trovare in noi dei fratelli che si fanno carico di questa sofferenza”: così l’arcivescovo Ivan Maffeis alla divina liturgia concelebrata con il visitatore apostolico per le comunità greco-cattoliche europee, l’arcivescovo Cristian Crişan, il 25 febbraio, nella chiesa greco-cattolica romena, in via Col di Tenda, a Perugia, in occasione dei primi cinque anni di questa comunità parrocchiale guidata da don Lucian Cordis.
“Una sofferenza – ha proseguito mons.
Maffeis – che si aggiunge a quella da voi provata per la lontananza dai vostri cari. Nell’esprimere gratitudine al parroco don Lucian, che costruisce comunità portando alla nostra Chiesa, tante volte arida di spiritualità, un polmone della tradizione orientale, non posso non essere grato ai romeni perché in voi troviamo un popolo dignitoso e lavoratore che ci aiuta a camminare insieme, ricordandoci che siamo un’unica Chiesa con quella ricchezza che vive nella diversità senza mai far venire meno l’unità in Cristo Gesù nostro Salvatore”.
Lo stesso arcivescovo Crişan ha parlato della Chiesa cattolica che “respira meglio quando ha due polmoni sia per gli orientali che per gli occidentali, mostrando la bellezza della Chiesa della diversità. Siamo un segno profetico di unità all’interno di questa diversità, come ci ricorda il documento conciliare ‘Lumen gentium'”.
“L’Italia è la nostra seconda patria e la Chiesa italiana – ha commentato mons. Crişan – ha saputo accogliere la nostra presenza che in Romania è testimoniata a prezzo di sangue. Con il parroco don Lucian abbiamo voluto collocare in chiesa l’icona raffigurante i sette beati martiri greco-cattolici romeni beatificati dal Santo Padre Francesco nel 2019. Noi crediamo molto all’ecumenismo del sangue e del martirio e siamo sicuri che, nel coraggio dei martiri, la Chiesa sa trovare degli spunti nei tempi non facili in cui viviamo”.