Come ogni cinque anni, a giugno 2024 si terranno le elezioni per il parlamento europeo. I cittadini italiani – o, statisticamente una metà di loro – andranno a eleggere 76 dei 720 eurodeputati. Quest’ultimi esercitano vari compiti, come proporre, discutere e votare nuove leggi, o modificare quelle già esistenti; esaminano, assieme al Consiglio (composto da ministri o capi di governo) su come spendere le risorse e svolgono un lavoro di controllo sull’operato degli organi europei, a partire da quello esecutivo: la Commissione. I parlamentari eleggono, tra i candidati presentatisi, il presidente della Commissione. Una volta nominato, lei o lui, dovrà ripresentarsi in parlamento per far approvare la lista dei 27 commissari, uno per paese membro. Fatto ciò, iniziano i lavori, che durano fino alla scadenza del mandato o a un’eventuale sfiducia del parlamento. Queste sono le mansioni che spettano a chi dovrà rappresentare 450 milioni di persone.
Al momento del voto, in cabina, armati di quella strana matita, troveremo sul menù elettorale i nostri partiti nazionali, con i rispettivi candidati, e altri che correranno indipendentemente. A differenza di altri paesi, quindi, non ci saranno partiti paneuropei come Volt. Qui termina il nostro coinvolgimento democratico, con gli eletti che andranno in sessione plenaria a Strasburgo. Una curiosità storica: questa città francese venne scelta come sede ufficiale del parlamento in quanto, tra i vari motivi, si trova in Alsazia-Lorena, regione che assieme alla Renania fu storicamente contesa nel corso dei secoli da Francia e Germania, che dopo svariati trattati, acquisizioni, invasioni, cessioni, insulti e bisticci, ha finalmente trovato pace, simbolo dunque della cooperazione tra europei.
Tornando a noi, una volta riuniti i nuovi rappresentanti, se lo vorranno, si uniranno ai gruppi parlamentari, formando così un numero di schieramenti politici inferiore e quindi più adeguato ai lavori legislativi. Ad oggi ci sono sette gruppi (oltre a una fazione di “non-iscritti” che agiscono indipendentemente) che concentrano i valori condivisi dai loro partiti membri, promuovendo una visione comune sul futuro dell’Europa. Sebbene ormai sia normale che i nostri partiti dichiarino in anticipo a quale apparterranno, gli equilibri sono mutevoli e così alcuni cambiano gruppo o ne creano di nuovi.
In questo momento le alternative sono:
- The Left, che promuove una giustizia economica più redistributiva e più dura con l’evasione fiscale, sostiene l’ecologismo, il femminismo e un maggiore rispetto dei diritti umani, soprattutto nei confronti di migranti e di popolazioni oppresse dalla guerra; è, infatti, contraria al trend di militarizzazione che vari paesi hanno intrapreso.
- Socialists and Democrats, nel quale compare il PD, è il più grande gruppo di sinistra. Condanna l’aggressione all’Ucraina e ne promuove l’integrazione europea; una delle sue battaglie riguarda il diritto alla casa, considerando la crisi abitativa che è in atto e che colpisce in particolar modo i giovani. Sostiene il green deal e i diritti dei lavoratori, e da tempo sollecita per un efficientamento della digitalizzazione di tutte le regioni europee e per la creazione di un sistema dell’Unione riguardo alla sanità, vista anche la gestione poco coordinata durante la pandemia.
- I Verdi nacquero come un movimento per una vera battaglia a favore del clima che contrasti i responsabili del riscaldamento globale, e chiedono una gestione trasparente del potere, in un’ottica molto progressista.
- Renew Europe, che comprende Azione e Italia Viva, è un gruppo “di centro”, a favore dei classici valori europei di solidarietà e tolleranza, non indifferente alla crisi ambientale e che crede in un’Europa più unita e indipendente, e quindi più forte nel mondo.
- Uno dei gruppi più radicati è l’European People’s Party, composto, tra gi altri, da Forza Italia, che tra le priorità vede la creazione di un sistema di difesa europeo, compatibile con la NATO; hanno quindi una visione fortemente atlantista ma vogliono anche una voce più forte per l’Europa nel mondo. Crede nell’innovazione tecnologica europea, e vuole una politica solidale che non trascuri nessuno. Vogliono un’Europa che vada incontro alle urgenze del pianeta senza ignorare quelle dei cittadini.
- European Conservativs and Reformists comprende Fratelli d’Italia e altri partiti nazionalisti europei, ed è schierato in prima linea per limitare i flussi migratori e per un controllo maggiore e coordinato delle frontiere dell’Unione. Si definiscono “eurorealisti” in contrapposizione alla centralizzazione del potere a Bruxelles che mina le sovranità nazionali. La loro retorica riguardo la lotta al cambiamento climatico è “a un costo che possiamo permetterci”. Critica, infine, gli sprechi dell’UE in materia di spesa dei soldi dei contribuenti.
- Identity and Democracy è un gruppo di “far right” che tra i suoi leader vede la Lega e il partito francese di Marine Le Pen. Una terza parola andrebbe accostata alle prime due, “Sovranità”: di fatti sostengono un maggiore rilievo per le decisioni dei singoli paesi e per la parola dei parlamentari nazionali nelle decisioni dell’Unione. Sono contrari all’entrata della Turchia nell’UE perché non rappresenta una delle identità europee, che invece vogliono preservare frenando l’immigrazione.