Una sfida a cui sono chiamate tutte le istituzioni per la promozione dell’attività fisica e motoria
(AVInews) – Perugia, 13 gen. – Riprendono gli incontri dell’associazione socioculturale ‘Perugia in movimento – Liberare il futuro’, presieduta da Emanuela Mori, associazione che nel corso della sua attività sul territorio si è occupata di volta in volta di diversi temi, da quelli prettamente culturali a quelli economici e sociali. Il primo incontro del 2023, che si è tenuto giovedì 12 gennaio al Deco Hotel di Ponte San Giovanni, si è concentrato su ‘Lo sport come strumento di prevenzione e crescita dell’individuo’ e ha visto la partecipazione, oltre che della presidente Mori, della senatrice Daniela Sbrollini, vicepresidente della X Commissione permanente Affari sociali e sanità, nonché presidente dell’Intergruppo parlamentare ‘Sport salute e benessere nel contesto urbano’, del generale Domenico Ignozza, presidente Coni Umbria, di Gianluca Tuteri, vicesindaco di Perugia, e di Michele Milli, atleta nazionale di judo non vedente.
“Ognuno di noi ha fatto sport nella sua vita con risultati più o meno importanti – ha dichiarato Mori – e sappiamo tutti che è una scuola di vita che favorisce la socializzazione. Allenandosi si cresce insieme e si coltivano valori come collaborazione, tolleranza, senza lasciare nessuno indietro. La promozione dello sport è importante, dunque, non solo come elemento di crescita individuale ma anche perché seguendo uno stile di vita sano possiamo essere degli adulti più sani appunto”. “Lo sport deve diventare uno strumento di prevenzione riconosciuto a livello istituzionale – ha affermato Sbrollini –, quindi serve una legge nazionale che possa permettere di prescrivere lo sport in ricetta medica perché fa bene a tutte le età. Abbiamo visto come in altri Paesi lo sport è un forte strumento di contrasto alle dipendenze. Addirittura, le dipendenze da alcol e droga sono state abbattute del 50%. Pensiamo anche alla funzione che assumono i luoghi in cui si pratica sport, che diventano luoghi di aggregazione, quindi di inclusione sociale, anche per persone fragili o con disabilità. Lo sport, dunque, deve diventare davvero di tutti e per tutti. Per questo tra le mie proposte di legge ce n’è una a cui tengo moltissimo che è quella del riconoscimento dello sport all’articolo 33 della Costituzione, cioè all’interno del diritto all’istruzione accanto all’articolo 32 che è l’articolo che riconosce il diritto alla salute. Inoltre, si potrebbe pensare anche a detrarre fiscalmente le spese sostenute per gli abbonamenti a palestre, piscine o atre attività sportive e motorie, per esempio, come già si fa con farmaci”. “Lo sport – ha proseguito Tuteri – non può essere dato come istruzione da adulti ma come educazione. Per questo deve essere praticato fin dalla giovane età. Se inizi a fare sport e entra nelle tue corde l’idea che il movimento ti fa bene dal punto di vista fisico, lo farai per tutta la vita e non dovrà esserti prescritto più avanti. Lo sport educa il bambino, che vive nel mondo della fantasia, alla realtà perché gli fa conoscere e superare i propri limiti attraverso l’educazione al coraggio, alla sfida, all’esercizio e al sacrificio. Noi come Comune di Perugia stiamo portando avanti un’iniziativa che prevede la scuola a tempo pieno con la realizzazione di mense e palestre in tutte le scuole dove le caratteristiche fisiche dell’edificio ce lo permettono. In questo modo daremo ai ragazzi la possibilità di svolgere non solo i compiti ma anche l’attività sportiva e questo è un messaggio di profonda equità sociale perché oggi non tutti possono permettersi di praticare uno sport, visti i costi”. Lo sport, dunque, come strumento di socializzazione ed emancipazione anche per soggetti fragili e spesso lasciati ai margini della società. A portare la sua testimonianza anche l’atleta non vedente Michele Milli che ha raccontato come spesso le famiglie di un bambino disabile incontrino difficoltà nei primi approcci allo sport per carenza di strutture e costi da sostenere. “È importante cominciare a fare sport fin dalla giovane età – ha confermato Ignozza – e abituare i nostri ragazzi a praticarlo non solo per tutti i valori che esso porta con sé ma anche perché fa bene alla loro salute fisica e psichica. Le istituzioni possono fare molto per far sì che ci siano ambienti sicuri e accoglienti, mettendo a norma le strutture già esistenti oltre a creare delle nuove”.
Rossana Furfaro