Un viaggio in cui quattro donne si raccontano e svelano al pubblico la propria essenza più nascosta
E’ giunto alla seconda replica lo spettacolo teatrale “Donne che vestono d’ortica“, svoltosi lo scorso 8 Agosto presso il Parco della Piscina Comunale di Acquasparta. La performance si basa sull’omonimo libro dell’autrice Laura Calderini, un romanzo che racconta sette figure femminili tenaci e risolute. L’idea di realizzare una drammaturgia, raccontano l’autrice e l’attrice Beatrice Beltrani, è nata dopo la presentazione del testo dell’opera presso il Salone del Libro di Torino nel maggio 2022, accompagnata dal primo monologo tratto dal libro (Lady Hamilton).
Un libro che parla di donne caparbie, grandi d’animo, ed agitate dalla passione, intesa come slancio interiore. Sarebbe questo il termine più congeniale per descrivere l’interiorità delle figure che hanno animato la pièce teatrale: donne istintive, quasi ferine e spesso incomprese.
La scrittrice, presente in scena, ricorda la sua vecchia nonna come una donna burbera ma che le ha trasmesso l’importanza di vestirsi d’ortica (da qui il titolo del libro e dello spettacolo), una pianta piena di peluzzi (così definita in scena), in grado di difendersi da tutto ciò che la minaccia esternamente.
Si prosegue con la rassegna delle donne( interpretate dall’attrice) che l’autrice incontra grazie alla sua capacità visionaria. La prima figura sarà Teodora, allieva della leggendaria medichessa Trotula de Ruggiero e grande conoscitrice di erbe. Insieme a lei, vivono due gatte di nome Medea e Circe che riecheggiano le entità di due mitiche figure della classicità, note per le loro arti magiche. A seguire, a fare da protagonista saranno le parole di rabbia di Lady Emma Hamilton apostrofata solamente come amante dell’ammiraglio Nelson e mai citata per le sue gesta a favore della propria patria inglese. Successivamente, toccherà all’orvietana Erminia Frezzolini, delusa dalla sua città, in quanto negata la dedica al Teatro Comunale, come le era stato promesso. Nota cantante lirica e stimata in ogni teatro dell’epoca, la Frezzolini era caratterizzata da una forte personalità che ha voluto mettere in risalto il suo rapporto con il padre. Di quest’ultimo la figlia ricorda la fame di successo e la totale assenza di amore verso di lei. Infine, Colei che sa, donna selvaggia e devota allo spirito terrestre, ma che vive il pregiudizio di coloro che la circondano.
Così, queste donne( e tante altre, oltre a quelle descritte nel libro e nello spettacolo) sono state costrette ad indossare un mantello d’ortica come strumento di difesa per se stesse e per la propria essenza. Una metafora non banale per tutte quelle figure femminili che hanno subito la censura e sono state dimenticate nell’ombra, nonostante le loro azioni siano state fondamentali nel corso della storia. Vestirsi d’ortica, però, costituisce anche un monito per tutte coloro che, con le loro opere, caratterizzeranno il nostro futuro.