CITTA’ DI CASTELLO – Umbria sempre più capitale italiana del tartufo e della nocciola, grazie a due importanti filiere che la stanno contraddistinguendo in ambito nazionale e internazionale. In occasione del 43° Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Città di Castello, Confagricoltura Umbria ne ha parlato mercoledì 1 novembre incontrando una dozzina di giornalisti di settore per spiegare le caratteristiche della Filiera del Tartufo, che valorizza le aree interne grazie ad una coltura sostenibile che guarda all’ambiente e all’aggregazione di imprese, e della Filiera della Nocciola, tra le più virtuose a livello nazionale e arrivata in poco tempo a realizzare 600 ettari di noccioleti (con la prospettiva nei prossimi anni di arrivare ad oltre mille ettari).
Oltre a Fabio Rossi, presidente di Confagricoltura Umbria, Guido Vivarelli Colonna, membro della Sezione tartuficola di Confagricoltura Umbria, e Domenico Brugnoni, presidente ProAgri (Consorzio Produttori Agricoli), sono intervenuti il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, e altri rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali. Durante l’incontro è stato anche sottolineato il sostegno, efficace e concreto, da parte della Regione Umbria alle due filiere, volto allo sviluppo della tartuficoltura e della coricoltura in Umbria.
“Due filiere – ha affermato Rossi – che sono oggi la scelta giusta per un agricoltore perché permettono di valorizzare le colline umbre e di riappropriarsi dei seminativi che sono diventati in molti casi incolti e terreni abbandonati, riabbellendo così il territorio, preservandolo anche dai sempre più frequenti rischi idrogeologici, con queste coltivazioni curate che sono dei veri e propri boschi gestiti”.
Filiera del Tartufo
Valorizzazione delle aree interne, a vocazione naturalistica, con colture come la tartuficoltura che, viste le difficoltà di coltivazioni tradizionali, portano un valore aggiunto in termini di sostenibilità economica. Tartuficoltura come coltura sostenibile per l’ambiente in quanto non necessita di trattamenti fitosanitari e concimazioni, per realizzare quella che viene chiamata “transizione ecologica”. Ed infine l’importanza dell’aggregazione di imprese tartuficole che possono rafforzarsi sui mercati e aumentare la competitività fermo restando la produzione di qualità.
Per tutti questi motivi una filiera fortemente legata al territorio come quella del tartufo in Umbria è una grande opportunità di sviluppo e promozione non soltanto di natura economica ma anche di attenzione all’ambiente.
Per Confagricoltura Umbria il sostegno allo sviluppo di una filiera di un prodotto di eccellenza per l’Umbria come il tartufo, ed in aree interne, è un’opportunità di riqualificazione di zone collinari e montane che assicura, inoltre, una sostenibilità economica alle aziende del territorio. L’associazione, utilizzando tutte le professionalità necessarie, fornisce consulenza a tutte le aziende interessate e, nel frattempo, sta lavorando con gli Istituti di Credito per un prodotto finanziario dedicato alla filiera.
Tartufo quindi come prodotto identitario, anche per la valorizzazione del territorio.
In questo sono fondamentali le aziende agricole, proprio come strumento di presidio e gestione del territorio, perché consentono la valorizzazione diretta da parte dei proprietari dei prodotti del bosco e sottobosco (funghi, tartufi, ecc…) come fonte legittima di reddito e di sostenibilità ambientale del territorio.
Confagricoltura è quindi determinata a sostenere il diritto degli imprenditori agricoli a difendere le produzioni agricole. E ritiene importante e necessario tutelare il diritto al godimento del bene del legittimo proprietario.
Filiera della Nocciola
Quella del nocciolo in Umbria è una nuova filiera che è partita in modo importante solamente nel 2018, con l’inizio della collaborazione tra Pro Agri (Consorzio Produttori Agricoli) e Ferrero HCo, nata all’interno della cornice del “Progetto Nocciola Italia”, promosso da Ferrero stessa in tutto il territorio italiano per promuovere la creazione di una filiera integrata che coinvolga industria e produttori in un rapporto di lungo periodo all’insegna della sostenibilità e della qualità del prodotto.
Il contratto sottoscritto è qualcosa di completamente nuovo nel settore, visto che prevede l’impegno all’acquisto del 75% del prodotto a lungo termine (fino al 2037) e prezzi basati non solo sull’andamento del mercato delle commodities agricole, ma anche sui costi di produzione, garantendo una sostenibilità a lungo termine per gli agricoltori.
La filiera di Pro Agri ha raggiunto in pochi anni una ragguardevole superficie impiantata, con 600 ettari di nuovi noccioleti e circa 80 aziende coinvolte e quest’anno si prepara a fornire a Ferrero HCo la prima consegna di nocciole umbre.
L’Umbria è stata una delle prime regioni a credere nella coltivazione della nocciola e sono state così date le gambe a due visioni: tutto nasce da un incontro di esigenze, quelle degli agricoltori che cercavano qualcosa di nuovo per dare delle opportunità in più per la coltivazione dei terreni e quelle di una grande multinazionale, importanti utilizzatori della nocciola, che lanciava in Italia una idea di produzione con sistema moderno e sostenibile di un prodotto di qualità.
Per il 25% di prodotto per cui non è previsto l’acquisto da parte di Ferrero, inoltre, Pro Agri, nell’ambito del Gruppo Fattoria Autonoma Tabacchi, sta dando vita ad una filiera della nocciola completamente umbra e a raggio locale, con la trasformazione in proprio delle nocciole per dare vita a prodotti finiti a base di nocciola e a semilavorati per le importanti realtà locali di trasformazione, quali cioccolaterie e oleifici.
In particolare, saranno coinvolti il Consorzio Cooperativo Virginia Trade per la sgusciatura delle nocciole, la Cooperativa Fattoria Agri & Service per la tostatura delle nocciole e la produzione dei relativi prodotti destinati al consumo o a successiva ulteriore trasformazione, oltre ad altre importanti realtà del territorio che stanno aderendo al progetto.
Per distinguere i prodotti nati nell’ambito di questa filiera è stato da poco creato un apposito marchio, “La Nocciola Umbra”, sinonimo di una filiera locale, sostenibile e di qualità.