(Cittadino e Provincia) – Perugia, 31 gennaio ‘24 – La figura di monsignor Angelo Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII, e il suo impegno durante la Seconda guerra mondiale per salvare migliaia di ebrei nel docufilm “L’ultimo degli U-Boot e l’Angelo di Istanbul”, proiettato ieri pomeriggio nella sala consiliare del Palazzo della Provincia di Perugia.

L’iniziativa, realizzata in occasione della Giornata della Memoria, è stata organizzata dall’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea (ISUC) e ha visto la partecipazione, tra gli altri, anche del regista Vincenzo Pergolizzi.

Lo sfondo del documentario, ricco di toccanti testimonianze, è quello della Turchia dei primi anni ‘40, un Paese che per la sua collocazione geografica, tra l’Europa e il Medio Oriente, era un luogo decisivo per il transito degli ebrei profughi, diretti verso la Palestina.

A fare gli onori di casa è stata la presidente della Provincia di Perugia, Stefania Proietti, che ha condiviso con il pubblico presente la propria esperienza di sindaco di Assisi, una città alla quale è stata conferita dalla presidenza della Repubblica la medaglia d’oro al merito civile per aver salvato negli anni del secondo conflitto mondiale oltre 300 persone, tra ebrei, rifugiati e perseguitati politici. “La città di Assisi – sono state le sue parole – negli anni ‘43 e ‘44 si distinse per particolari iniziative e atti umanitari che consentirono la salvezza di centinaia di vite umane. Chi li salvò fu un’organizzazione clandestina con a capo il vescovo Giuseppe Placido Nicolini, con dei collaboratori, uomini e donne religiosi ma anche laici, che non esitarono ad ascoltare il suo appello a non voltare le spalle a fratelli e sorelle bisognosi. Una storia di coraggio assoluto che ha coinvolto l’intera città. Ben vengano le iniziative dedicate alla memoria, proprio come quella di oggi, utile a ricordarci l’importanza della pace e della fraternità”.

Il presidente dell’Isuc, Alberto Stramaccioni, ha definito l’iniziativa un momento importante per ricostruire alcune vicende storiche e ricordare una determinata esperienza, in perfetta sintonia con il lavoro portato avanti dall’Istituto da lui rappresentato.

“È molto bello vedere persone sensibili ai messaggi della storia e ritrovarsi insieme in momenti come questi”, ha commentato il regista Pergolizzi.

Ad intervenire anche Luciana Brunelli, della Deputazione di storia patria per l’Umbria, che si è soffermata sulla capacità di Roncalli di rapportarsi alle diversità e sulle sue numerose relazioni intessute per le azioni di salvataggio.

L’iniziativa è stata coordinata da Jacopo Aldighiero Caucci Von Saucken del Comitato tecnico scientifico dell’ISUC.

Dal 1935 monsignor Angelo Roncalli è delegato per la Grecia e vicario apostolico, nonché delegato in Turchia. Giunge a Istanbul, da Sofia, il 5 gennaio 1935 e vi resta per dieci anni, durante i quali instaura ottimi rapporti con gli ortodossi, con gli ebrei, con i diplomatici presenti in quel paese e con le autorità turche impegnate nella rivoluzione laica voluta da Kemal Ataturk.

Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si attiva perché il Vaticano si impegni a favore delle vittime del nazismo. Grazie alle sue buone relazioni e alla neutralità turca riesce a offrire assistenza alla Jewis Agency, ad attivare un ufficio per i prigionieri di guerra e a salvare la vita di molti ebrei, soprattutto bambini, sia inviando loro aiuti in Germania e in Austria, sia procurando dei visti di transito a quelli che riuscivano a scappare dai paesi occupati dai nazisti.