(Cittadino e Provincia) – Perugia, 30 gennaio ‘24 – La città di Perugia ha celebrato con un programma ricco di appuntamenti il suo patrono: il santo e martire Costanzo.

I festeggiamenti sono iniziati con la tradizionale processione della Luminaria medievale di domenica pomeriggio, che dal palazzo comunale dei Priori ha percorso le vie del centro storico fino alla basilica di San Costanzo. Alla processione hanno partecipato, come è consuetudine, l’arcivescovo Ivan Maffeis, il sindaco Andrea Romizi, la presidente della Regione Donatella Tesei, la consigliera della Provincia di Perugia Erika Borghesi, diversi rappresentanti delle Istituzioni del capoluogo umbro e animata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello della Cattedrale e dal corteo storico dei figuranti dei cinque rioni medievali della città.

Nel giorno della festa, lunedì 29 gennaio, approfittando anche della bella giornata di sole, sono stati molti i perugini che si sono recati in centro per la storica mostra mercato in Borgo XX Giugno e la degustazione gratuita del torcolo, offerta da una decina di forni locali, davanti al Municipio.

La giornata si è conclusa con la celebrazione della messa nella cattedrale di San Lorenzo, presieduta da monsignor Maffeis, con la partecipazione dei vescovi umbri e numerose autorità.

“San Costanzo diventa un simbolo di unità tra la tradizione della fede e la storia della nostra città. Come credenti onoriamo in San Costanzo un padre nella fede. Come perugini lo riconosciamo patrono della città e fondatore della diocesi, della quale a metà del secondo secolo è stato il primo vescovo”, ha detto durante l’omelia l’arcivescovo, soffermandosi sulla necessità di rinverdire le nostre profonde radici. “Sono radici profonde le nostre; ma, oggi, fino a che punto possiamo dire che siano ancora feconde? Ed, eventualmente, cosa fare per rinverdirle? San Costanzo ha pagato con la vita la sua fedeltà al Vangelo; il suo martirio lo avvicina a quello di tanti credenti che anche oggi in varie parti del mondo sono discriminati, torturati e martirizzati. La libertà religiosa è un diritto essenziale per tutti; oggi, la fede cristiana è la più perseguitata: l’ultimo attacco armato, ieri in una chiesa a Istanbul, in Turchia. In alcune parti del mondo, il Cristianesimo è semplicemente scomparso o ridotto al lumicino. E noi come ci poniamo? Forse restiamo intimiditi e disorientati dal cambiamento d’epoca che ci coinvolge e che sta già trasformando in modo sensibile anche il volto della Chiesa: diventa sempre più importante il rapporto personale, mentre spesso i responsabili delle comunità si trovano il tempo sottratto da strutture sempre più difficili da gestire. Senza sottovalutare le difficoltà, se interrogassimo San Costanzo, probabilmente ci aiuterebbe a maturare uno sguardo fiducioso; ci aiuterebbe, ad esempio, a riconoscere i tanti che, anche in mezzo a questa stagione confusa, affrontano la vita quotidiana affidandosi al Signore”.