Qual è il rapporto tra social media e disturbi del comportamento alimentare? Quanto può incidere un uso non corretto e poco consapevole di strumenti digitali come TikTok, Instagram o Whatsapp sulla diffusione di anoressia e bulimia? Qual è il modo “giusto” di utilizzare i social? A tutte queste domande risponde “Social fame” (2023, ed. Il Pensiero Scientifico), libro uscito di recente e scritto dalla psichiatra e psicoterapeuta Laura Dalla Ragione e dalla psicoterapeuta Raffaella Lanzetta.

Secondo l’ultima rilevazione del Ministero della Salute (2021) sono più di tre milioni le persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, che costituiscono la seconda causa di morte negli adolescenti tra i 12 e i 17 anni. “Negli anni abbiamo notato un tratto comune negli adolescenti con disturbo del comportamento alimentare, ovvero l’interazione per molte ore al giorno con profili Instagram e TikTok che propongono modelli corporei e alimentari da seguire” – ha spiegato Laura Dalla Ragione nel corso della presentazione del libro organizzata a Todi nel mese di giugno da Amministrazione comunale e FIDAPA. Ed è questo il punto centrale intorno al quale si snodano diverse interessanti riflessioni sull’importanza dell’educazione dei giovani non solo a una corretta alimentazione ma anche a un uso consapevole e sicuro dei social.

“Uno degli aspetti più sconcertanti nella diffusione e nella globalizzazione dei disturbi alimentari è l’utilizzo del web nella trasmissione di modelli culturali che enfatizzano la magrezza e propagandano comportamenti patologici, finalizzati al controllo del peso dando consigli estremi su come dimagrire, ma più in generale su come manipolare il proprio corpo” – scrive Laura Dalla Ragione in uno dei capitoli del libro. I social amplificano i messaggi, sono canali di comunicazione con una grande potenza di diffusione e la possibilità che molti contenuti inadatti e pericolosi possano diventare virali. Per questo c’è bisogno che gli adolescenti siano accompagnati, educati, non lasciati soli. I social fanno ammalare? “In realtà – si legge nella prefazione di Fiorenza Sarzanini – possono influire su situazioni già delicate, peggiorare stati d’animo precari, aggravare i sintomi. Ecco perché è indispensabile riflettere sul loro utilizzo, educare a un uso corretto, governarli per non farsi sopraffare”. Leggere il libro è sicuramente un buon inizio.