Manca poco e poi anche la nocciola umbra, dal 2024, potrà diventare un ingrediente della Nutella e di altri prodotti Ferrero. La Filiera della nocciola ha fatto breccia in Umbria più che in altre regioni e, considerata la tradizione dolciaria regionale ed italiana, ha ancora margini di crescita.
Una collaborazione quella tra ProAgri (Consorzio Produttori Agricoli) e Ferrero, nata all’interno della cornice del “Progetto nocciola Italia”, che si sta quindi consolidando con l’obiettivo di preservare, promuovere e valorizzare una filiera della nocciola certificata e di qualità, come parte di un’evoluzione della lunga e consolidata tradizione corilicola nazionale.
Ferrero, durante la tavola rotonda “La filiera della nocciola umbra” tenutasi martedì 17 ottobre sul palco Cooking show di Eurochocolate a Umbriafiere, ha raccontato che si tratta di un modo per promuovere «la creazione di una filiera integrata che coinvolga industria e produttori in un rapporto di lungo periodo all’insegna della sostenibilità e della qualità del prodotto».
Al confronto moderato dal giornalista Giacomo Marinelli Andreoli, insieme a Federico Laudazi, Responsabile Agribusiness Ferrero HCo, Domenico Brugnoni, presidente ProAgri, Fabio Rossi (presidente Confagricoltura Umbria), e Giulia Casciarri, titolare della rinomata Cioccolateria Turan, la quale ha ricordato come la nocciola sia l’ingrediente principale dei loro prodotti con il cliente sempre più attento ormai a sapere da dove vengono le materie prime che vengono usate.
Per il “Progetto nocciola Italia”, ad oggi, circa 3.000 ettari (dei quali 600 ettari in Umbria) sono stati già sviluppati, superfici ricavate soprattutto dalla riconversione di terreni marginali o non più tali a garantire una sufficiente fonte di reddito ai produttori ed alle comunità locali.
«In Umbria siamo stati tra i primi a credere nella coltivazione della nocciola» ha affermato Brugnoni di ProAgri, il quale ha spiegato che sono state date le gambe a due visioni: «Tutto nasce da un incontro di esigenze, quelle degli agricoltori che cercavano qualcosa di nuovo per dare delle opportunità in più per la coltivazione dei terreni e quelle di una grande multinazionale, importanti utilizzatori della nocciola, che lanciava in Italia una idea di produzione con sistema moderno e sostenibile di un prodotto di qualità».
Ha proseguito Brugnoni: «Nel 2018, anno di firma del contratto, siamo partiti da zero e ora siamo sopra i 600 ettari, con il superamento del target che ci eravamo prefissati di 500. Abbiamo la possibilità di raddoppiare gli ettari di coltivazione e accompagnare altre imprese, attualmente un centinaio quelle coinvolte, entro la fine del contratto nel 2037. Le coltivazioni interessano tutta l’Umbria, da Città di Castello a Terni, con le zone più interessate come la valle di Assisi-Foligno-Spoleto». Il presidente ProAgri ha poi annunciato: «Uno step importante sarà nel 2024 quando entreremo nell’elenco fornitori Ferrero e faremo la prima consegna, con l’obiettivo di 20 tonnellate di nocciola».
«Con la fame di Made in Italy che c’è – ha poi sottolineato Rossi – è fondamentale pensare a prodotti attrattivi che caratterizzano anche la nostra regione. La filiera del nocciolo è una delle scelte virtuose che l’Umbria ha fatto, dopo quelle di prodotti storici come Tartufo e Olio, grazie ad un contratto innovativo fatto con Ferrero che è arrivato prima della filiera, con un percorso quindi inverso a quanto accade solitamente».
Per il presidente di Confagricoltura, inoltre, la scelta di produrre nocciola da parte degli agricoltori va anche nella direzione della valorizzazione delle colline umbre: «Qua c’è infatti molto incolto per la non sostenibilità economica di seminativi e quindi troviamo molti terreni abbandonati. Quella del nocciolo è quindi la scelta giusta, anche sul fronte idrico visto che un noccioleto a regime ha bisogno di un quarto dell’acqua necessaria, ad esempio, nella coltivazione di mais».
Ferrero, attraverso i rappresentati della divisione Ferrero HCo, ha raccontato come la “sostenibilità” del Progetto Nocciola Italia è un elemento chiave: «La visione del Gruppo Ferrero in merito, i valori e la linea di azione sono condensati in uno specifico documento, il “Ferrero Hazelnut Charter” che rappresenta il manifesto programmatico in termini di protezione ambientale, di difesa dei diritti e di trasparenza del Gruppo». L’obiettivo come Ferrero è quindi quello di essere una forza trainante per il settore, creando valore condiviso per tutti i portatori di interesse, affinché agricoltori e comunità locali siano floride, i diritti dei lavoratori siano rispettati e l’ambiente sia tutelato attraverso la diffusione di pratiche di agricoltura rigenerativa. Uno degli elementi cardine delle attività, in particolar modo in Italia, è l’attenzione al trasferimento di competenze alla filiera. Vengono incoraggiate quindi, attraverso una collaborazione stabile e di lungo periodo, l’adozione da parte dei principali attori del comparto di quelle che sono le migliori pratiche agronomiche, sociali, e di sostenibilità, con l’idea di andare oltre il semplice rispetto di norme e regolamenti, identificando e perseguendo specifici obiettivi che massimizzino l’interesse comune.
Il Gruppo Ferrero, nelle geografie dove opera, come in Italia e anche in Umbria si adopera per garantire la disponibilità di nocciole sostenibili e di qualità per i propri prodotti. Alle sfide imposte negli ultimi anni alle consolidate catene di approvvigionamento, e al valore strategico che la nocciola ricopre per l’iconicità dei nostri prodotti, Ferrero ha risposto ripensando la propria supply chain e costituendo Ferrero Hazelnut Company, la divisione dedicata esclusivamente al mondo corilicolo e che si pone quale punto di riferimento per lo sviluppo del settore all’insegna di innovazione, sostenibilità e massimizzazione dell’interesse comune.