C’è un fenomeno che sempre con più prepotenza dilaga nello stupido mondo dei social: quello di insultare chi nella vita ce l’ha fatta a fare qualcosa. Che siano calciatori, cantanti, divi di Hollywood o quant’altro, l’utente medio è sempre lì, vigile nello scandagliare lo spesometro di personaggi decisamente benestanti, neanche fossero collaboratori in incognito di Equitalia. E le frasi da ottusi più in voga sono sempre quelle: “uno scempio per chi non arriva a fine mese”, “un insulto alla povertà”, “pensa a quanti bimbi potrebbe sfamare” eccetera eccetera. Nessuno si domanda cosa abbia fatto quella persona per arrivare a quel livello di benessere. L’australopiteco medio è dotato di pollice opponibile: utilizzerà quell’arto per esprime un giudizio inutile, tronfio di invidia e straripante di frustrazione, senza capire come funziona realmente il mondo dove vive e la società creatasi. Perché per ogni nababbo che compra uno yatch che verrà attraccato su di un porto in Costa Azzurra, ci sono migliaia di persone tra operai, artigiani, falegnami, marmisti, metalmeccanici, ingegneri, progettisti e tanta altra gente che ha lavorato. Perché quei ricchi che tanto l’australopiteco medio critica, sono le stesse persone per le quali vengono prodotti i beni. Perché le società si reggono sul lavoro delle aziende, e le aziende, sulla produzione di oggetti. Gli oggetti vanno venduti. Maggiore è il valore del bene venduto, maggiore è il fatturato e maggiore è la possibilità di ottenere un ricavo. Se c’è ricavo l’azienda non chiude. Se il ricavato abbonda l’azienda può pagare premi ai dipendenti. Se l’azienda in questione produce beni di lusso o extra-lusso, sicuramente dovrà appoggiarsi a figure professionali particolarmente dotate, che riceveranno stipendi rapportati all’esclusività del lavoro che fanno. Non è difficile da capire. Non dovrebbe almeno esserlo per una persona normale, ma ormai, questi articoli li leggono in tremila e li capiscono in tre. C’è un motivo se quelle persone hanno raggiunto risultati straordinari. C’è un motivo se sono altamente sopra alla media. Di sicuro, Cristiano Ronaldo, non ha passato la vita a rosicare sui social e a puntare il dito contro chi acquistava una Lamborghini. Era povero! Aveva un obiettivo ben chiaro in mente: diventare il giocatore più forte del mondo, e ha iniziato a lavorare, lavorare, lavorare e ancora lavorare, come una macchina, in una maniera ossessiva, facendo diventare il suo lavoro una malattia. Ad oggi quel ragazzo ha ciò che merita! Non mi interessa come spende i suoi soldi! Come lui molti altri. Quindi la prossima volta riflettete su cosa voi siete in grado di fare, quali sono le vostre capacità, e perché qualcuno dovrebbe pagarvi stipendi straordinari per quello che fate. Se la risposta tarda ad arrivare, smettete di stare davanti al pc a rosicare sui successi degli altri e iniziate a diventare i numeri uno in qualcosa. Solo ad allora avrete il diritto di pretendere. Nel sistema globalista capitalistico esiste una sola verità, ovvero che i poveri vanno aiutati, i ricchi vanno tutelati, in quanto gli unici ad essere in grado di potervi pagare uno stipendio. Così fu scritto da Jacopo Andrea Fagioli.