ANSA- “Non bisogna fare i ‘talebani’ delle Zone 30 ma basarsi su elementi e analisi oggettive, sulle caratteristiche delle aree.

Tre sono le valutazioni, se una via ha un elevato passeggio e quindi transito pedonale, se le dimensioni della strada sono ridotte o meno e se c’è presenza di marciapiedi”: così l’assessore all’Urbanistica, trasporti, viabilità e mobilità del Comune di Terni, Marco Iapadre.
    “L’attuale amministrazione comunale (guidata da Alternativa popolare di Stefano Bandecchi – ndr) ha deliberato l’istituzione della Zona 30 – spiega – all’interno di quella a traffico limitato perché ha una sua ragione di esistere in funzione delle caratteristiche dell’area.

Il transito di pedoni è elevato, in diversi punti non ci sono marciapiedi e le dimensioni delle vie sono relativamente ridotte. Tutto ciò implica una maggiore attenzione da parte dell’automobilista e quindi una limitazione della velocità ha una sua ragione di esistere, atteso che già oggi raramente i veicoli raggiungono o superano il limite dei 50 orari nella Ztl. Di contro le Zone 30 non possono essere estese a tutta l’area urbana perché potrebbero causare disagi, come nelle strade ad alto scorrimento, congestionare il traffico e renderlo meno fluido”.
Attualmente a Terni ci sono delle Zone 30, “ma sono state istituite da amministrazioni precedenti, che hanno ritenuto sussistere una qualche esigenza, e sono casi limitati e piuttosto isolati”.