In questi ultimi mesi si sono svolti a San Gemini i corsi della scuola estiva di restauro e conservazione erogati da San Gemini Preservation Studies (SGPS), che come ogni anno dal 1999 porta nel nostro territorio studenti da ogni parte del mondo con lo scopo di studiare, restaurare e conservare il patrimonio storico-artistico del luogo. SGPS comincia ad operare a in quest’area ormai venticinque anni fa nell’ambito dell’ Historic Preservation Institute dell’Università del Wisconsin, ad oggi collabora con numerosi altri enti locali e con atenei stranieri. Ai fini dello sviluppo di questo magnifico progetto si è rivelata fondamentale la collaborazione con l’amministrazione locale e con l’Associazione per la Valorizzazione del Patrimonio Storico-San Gemini, che dal 1993 si adopera fornendo supporto logistico ed economico al fine di preservare l’eredità storico-artistica del borgo. I corsi si sono evoluti partendo da un programma che prevedeva esclusivamente il restauro degli edifici storici della città fino a comprendere numerosi altri aspetti; durante le visite guidate, tenutesi in questo ultimo periodo nei laboratori, è stato infatti possibile vedere gli studenti alle prese con le tecniche tradizionali relative alla pittura su tavola, su tela e alla tecnica dell’affresco, tutti aspetti di cui è stato studiato il processo di realizzazione tradizionale, in modo da far comprendere a fondo le tecniche utilizzate dagli artisti italiani nei secoli passati.

Il laboratorio relativo al restauro di libri e carte in materiale d’archivio è un altro aspetto molto interessante dell’operato di SGPS, specialmente per il fatto che i partecipanti al corso hanno restaurato alcuni manoscritti presenti nell’archivio storico del comune di San Gemini, di cui vengono monitorati i parametri per fare in modo che diventi un luogo ottimale per la conservazione del materiale d’archivio. Nella visita al laboratorio è stato possibile conoscere il lavoro dei restauratori (e di chi per primo lavorò sui manoscritti) fino nei minimi dettagli, approfondendo aspetti come la preparazione dell’inchiostro detto “ferrogallico”, così chiamato perché frutto della lavorazione delle noci di galla, escrescenze sferiche frutto di parassitosi localizzate sui rami delle querce. Alla fine dell’esperienza di quest’anno ,nella serata di venerdì 9 agosto, i docenti di SGPS hanno mostrato alla cittadinanza i progressi svolti nel restauro del materiale prelevato dall’archivio, in un’ottica più ampia il dott. Paolo Petroni ha illustrato ai presenti il contenuto di alcuni dei “tesori” più affascinanti presenti nell’archivio, nel quale è conservata ad esempio la più antica “riformanza” della città di San Gemini, risalente al 1398 e le successive fino al 1403, quando la città di San Gemini si preparava a resistere all’assedio del condottiero Mostarda da Forlì, il quale fu a capo di un esercito di mercenari al soldo dello Stato Pontificio incaricato di riscuotere nel territorio di San Gemini quanto gli era dovuto per aver sostenuto il papa nella guerra contro Perugia.

L’operato di San Gemini Preservation Studies e delle realtà che collaborano con esso rappresenta il modo più efficace per tutelare e soprattutto rendere accessibile a tutti un patrimonio che altrimenti sarebbe alla portata di pochi, che col tempo verrebbe danneggiato e dimenticato e che invece merita di poter essere messo a disposizione dei cittadini, dimostratisi molto interessati ai risultati ottenuti dai restauratori vista anche l’ affluenza registrata all’apertura dell’archivio nella serata di venerdì 9 agosto. Il lavoro di restauro e conservazione del materiale presente nell’archivio storico continuerà anche il prossimo anno, di quello su cui si è lavorato fino ad ora esiste invece una forma digitalizzata consultabile al link presente di seguito.

https://sg-archivio.org