ORVIETO – Il punto sulla stagione viticola appena chiusa e sulle strategie di difesa da adottare per ottenere uve sane in cantina: questi gli argomenti del secondo appuntamento, dopo quello di settembre che si è tenuto a Montefalco, promosso da Cratia srl di Confagricoltura Umbria, agenzia formativa e organismo di consulenza.
Realizzato con il patrocinio del Consorzio di Tutela vini di Orvieto, il momento di analisi e riflessione si è tenuto venerdì 13 ottobre proprio nella città della rupe presso il Grand Hotel Italia.
Ad aprire l’incontro Enzo Barbi, presidente sezione vitivinicola di Confagricoltura Umbria, il quale ha sottolineato apprezzamento per il lavoro svolto evidenziando come siano necessari momento di confronto, soprattutto vista la difficile stagione viticola, per promuovere poi presso gli operatori del settore un approccio tecnico innovativo più efficace nella difesa dei vigneti dalla Peronospora.
Sono proseguiti quindi gli eventi che l’associazione degli agricoltori organizza sul territorio regionale, con quello di Orvieto che è stato ancora moderato ancora dal direttore generale di Confagricoltura Umbria Cristiano Casagrande: “I produttori devono fare i conti con i cambiamenti climatici in atto e con politiche ambientali orientate alla riduzione dell’uso dei fitofarmaci, per questo è importante far conoscere loro servizi efficaci e indispensabili per la resilienza delle imprese in un contesto ambientale e di mercato in continua evoluzione”.
Erano presenti, inoltre, per la Regione Umbria, il direttore regionale Sviluppo economico, agricoltura, lavoro, istruzione, agenda digitale, Michele Michelini, il dirigente Servizio Infrastrutture Tecnologiche Digitali, Graziano Antonielli, e funzionari del servizio fitosanitario.
In una sala gremita di operatori del settore è stato così promosso un approccio tecnico innovativo ed efficace per la difesa dei vigneti che, anche in una stagione difficile come la 2023, è riuscito a limitare i danni da Peronospora. È noto, infatti, che le piogge frequenti ed abbondanti, unitamente alle temperature elevate, hanno determinato quest’anno condizioni eccezionalmente favorevoli allo sviluppo delle malattie fungine della vite, con ripercussioni a volte anche pesanti sul livello qualitativo e quantitativo del raccolto.
Il servizio implementato da Cratia, attuato nel 2023 in maniera più efficace nel comprensorio di Orvieto grazie alla collaborazione del Consorzio di Tutela vini, può contare sulla conoscenza dei vigneti attraverso una puntuale attività di monitoraggio in campo eseguita da tecnici competenti dotati di sistemi “smart” per acquisire informazioni georeferenziate sullo stato vegetativo della coltura, oltre che sull’uso di dati meteo e di algoritmi di analisi. I dati presentati hanno dimostrato ampiamente l’efficacia del metodo utilizzato anche in stagioni estreme, e una sua potenziale diffusione verso tutte le imprese viticole della regione.
L’evento ha visto la presentazione del caso aziendale della Brugnoni Soc. Agr. s.s. e gli interventi di tecnici esperti di Cratia. Luca Pacicco ha esposto le attività di assistenza tecnica erogate da Cratia S.r.l. nel 2023 mentre Nicola Bartoletti ha presentato un focus specifico sull’area della DOC di Orvieto, in riferimento all’andamento della stagione sotto il profilo climatico e fitosanitario.
Il consulente fitosanitario Paolo Dottorini ha invece catturato l’attenzione dei presenti con un “decalogo per il viticoltore” sulle strategie di difesa e i metodi di controllo innovativi da attuare in agricoltura biologica ed integrata, in funzione delle caratteristiche fitopatologiche, fenologiche e produttive riscontrate in campo.
Il direttore del Cratia Alessandro Sdoga, infine, ha approntato il tema delle prospettive future del servizio e una proposta per il 2024 basata su una definita analisi territoriale ed un’attenta disamina dei fabbisogni degli operatori, che tenga anche conto del contesto, con riferimento alle politiche ambientali e di sviluppo per il settore. Il tutto per essere al fianco del viticoltore in modo ancora più rapido ed efficace, grazie sì al contributo delle tecnologie “smart” ma con al centro la competenza tecnico-agronomica e la conoscenza puntuale del territorio.