Immaginate una linea lunga 170 km e che questa linea in realtà sia un muro. Immaginate che questo muro sia alto cinquecento metri e che in verità all’interno ci siano 9 milioni di abitanti. Si, avete capito bene, non persone ma abitanti. Il gioco è fatto! Tutto questo si chiama “The Line” e fa parte del progetto Neom: una visione futuristica di un nuovo modello di vita, lavoro e sostenibilità. In pratica stiamo parlando di una città verticale che verrà costruita in mezzo al deserto, nella provincia di Tabuk (Arabia Saudita), di cui i lavori in linea teorica si concluderanno nel 2030. Questo concetto di sviluppo urbano delineerà il modo di concepire le città del futuro, a partire dai modi di essere costruite e soprattutto vissute. All’interno del muro (o della linea), ci saranno quartieri, giardini, fabbriche, case negozi e monorotaie. Gli spostamenti all’interno delle zone della città potranno avvenire a piedi oppure tramite il treno ad alta velocità che permetterà di attraversare la città da punto a punto in circa 20 minuti. Il concetto di non utilizzare mezzi di trasporto aggiuntivi permette di minimizzare l’inquinamento atmosferico, acustico e dei tempi di attesa dovuti al traffico. La progettazione delle aree verdi non riguarderà punti specifici di The Line, bensì saranno la chiave per creare un micro clima unico, avvolgendo di fatti l’intera area urbana. Per non parlare delle facciate laterali che percorreranno questa opera architettonica: per minimizzare al massimo l’impatto visivo e fondersi con l’ambiente, The Line sarà interamente ricoperta da specchi. Il costo stimato per la realizzazione di questo nuovo mondo oscilla fra i 100 e i 200 miliardi di dollari. Il progetto Neom trova inoltre estensione con Sindalah, un’isola di lusso della quale ancora non sappiamo nulla, Trojena che sarà una specie di montagna tecnologica artificiale, Oxagon, polo industriale altamente avanzato. Staremo a vedere cosa accadrà dunque nei prossimi quattro anni, ma una cosa è straordinariamente certa: mentre negli altri Paesi si cerca di creare un nuovo modello di economia basato concretamente sulla sostenibilità e l’innovazione, stringendo accordi commerciali con i partner strategici (ogni riferimento ai BRICS è puramente casuale), nella parte del mondo che viene definita per autoproclamazione sviluppata e democratica, si perde il lume della ragione che porta a fare inutili cacce alle streghe al vino, al buon cibo, ai materiali riciclati, alle automobili e alla vodka. Forse qualcuno dovrebbe iniziare a svegliarsi e capire che l’Europa e l’America non sono più il centro del mondo. Forse era meglio che alle elementari, invece che l’inglese, ci avessero fatto studiare arabo e cinese. Così fu scritto da Jacopo Andrea Fagioli.